Talentuosa e affascinante, Frida Kahlo è la pittrice messicana per eccellenza, ma tanto altro si nasconde dietro al suo sguardo caparbio. Una vita sofferta a seguito di un tragico incidente, i dolori fisici che sono stati una costante della sua esistenza, la scoperta della passione per l’arte, nata proprio durante il lungo periodo di convalescenza e infine la storia d’amore viscerale vissuta con un altro grande artista della tradizione messicana, Diego Rivera.
Tra il 1926, anno in cui dipinse il suo primo lavoro, e le sue ultime opere del 1954, Frida realizzò più di cinquantacinque autoritratti, sia immagini individuali che quadri più elaborati, creando uno stile pittorico unico, permeato di soggettività. Fu proprio durante la degenza che scelse di interrompere gli studi di Medicina e scoprì l’amore per la pittura: grazie ad uno specchio appeso sul letto a baldacchino, Frida trascorse ore e ore a ritrarsi, trasferendo le sue emozioni sulla tela: “Dipingo me stessa perché passo molto tempo da sola e sono il soggetto che meglio conosco”.
Nel 1928 Frida incontrò per la seconda volta Diego Rivera e così ebbe inizio la loro travagliata storia d’amore, difficile e passionale. In quello stesso anno, dopo un matrimonio lampo, i due si trasferirono negli Stati Uniti, dove a Diego erano stati commissionati alcuni lavori, e lì vissero tra alti e bassi. Fu proprio quando rientrarono in Messico però che la consapevolezza artistica di Frida si consolidò: nel 1941 non era più soltanto la moglie di Rivera, ma un’artista completa e di talento.
E’ proprio questa nuova consapevolezza a trasparire dallo sguardo della Kahlo, ritratta dal fotoreporter e amico Leo Matiz, nato ad Aracataca, la celebre Macondo di Cent’anni di solitudine di Gabriel Garcia Marquez. Pittore e gallerista, Matiz è considerato uno tra i più fecondi fotografi del novecento, oltre che intimo amico di Frida, e il suo talento si è manifestato in questi scatti, misteriosi e profondi. Il volto di una donna forte e fiera, i fiori tra i capelli e l’immancabile abito lungo: luci e ombre di una icona femminile sullo sfondo di un Messico in bilico tra gli orrori della guerra e le speranze della rivoluzione.
Una mostra da non perdere.