MILANO. Forma Meravigli, per la prima volta a livello internazionale, ospita la mostra “Kuwait. Un deserto in fiamme” di Sebastião Salgado.

Era il 1991 e la crisi in Medio Oriente e la Guerra del Golfo erano al centro del dibattito mondiale. Quando in Kuwait i soldati iracheni incendiarono oltre 600 pozzi di petrolio per ostacolare l’avanzata della coalizione militare guidata dagli statunitensi, Salgado fu tra i primi fotografi a intuire la reale portata e la gravità di questa situazione.

 

Un pompiere esausto. Pozzi di petrolio, Greater Burhan, Kuwait, 1991 © Sebastião Salgado /Amazonas Images/Contrasto
Un pompiere esausto. Pozzi di petrolio, Greater Burhan, Kuwait, 1991
© Sebastião Salgado /Amazonas Images/Contrasto

 

La guerra si era conclusa da solo un mese e nelle fotografie di Salgado ritroviamo vivido il paesaggio infernale che stava letteralmente bruciando davanti ai suoi occhi. Era in corso un disastro ambientale e decise di documentarlo seguendo l’operato dei vigili del fuoco e dei tecnici specializzati chiamati da tutto il mondo per limitare i danni e arginare le perdite.

 

Un pompiere. Pozzi di petrolio, Greater Burhan, Kuwait, 1991. © Sebastião Salgado /Amazonas Images/Contrasto
Un pompiere. Pozzi di petrolio, Greater Burhan, Kuwait, 1991. © Sebastião Salgado /Amazonas Images/Contrasto

 

E’ questo ciò che è in mostra a Forma Meravigli con 34 immagini di grande formato dove il bianco e nero tipico del fotografo brasiliano racconta di una luce apocalittica causata dal contrasto dei pozzi in fiamme e dalla coltre scura di petrolio che copriva il deserto, le persone e le cose. Gli occhi increduli e stanchi dei vigili del fuoco, lo sforzo fisico nel cercare di domare le fiamme, il fumo divagante: nei ricordi e nelle impressioni di Salgado, “era come affrontare la fine del mondo, un mondo intriso di nero e di morte”.

 

I lavoratori installano un nuovo pozzo. Pozzi di petrolio, Greater Burhan, Kuwait, 1991. © Sebastião Salgado /Amazonas Images/Contrasto
I lavoratori installano un nuovo pozzo. Pozzi di petrolio, Greater Burhan, Kuwait, 1991. © Sebastião Salgado /Amazonas Images/Contrasto

 

Passati 25 anni da quella tragedia, Sebastião Salgado ha sentito che il suo lavoro non fosse ancora del tutto completo e ha deciso infatti di tornare su queste fotografie, oggi ancora attuali, e di ampliarne la selezione arricchendola di immagini inedite. In mostra a Forma Meravigli c’è il frutto di questa sua nuova sistemazione, un reportage che è un monito per il presente e il futuro, per non dimenticare i drammi del passato.

 

Spray chimici proteggono questo pompiere dal calore delle fiamme. Pozzi di petrolio, Greater Burhan, Kuwait, 1991. © Sebastião Salgado /Amazonas Images/Contrasto
Spray chimici proteggono questo pompiere dal calore delle fiamme. Pozzi di petrolio, Greater Burhan, Kuwait, 1991. © Sebastião Salgado /Amazonas Images/Contrasto

 

Kuwait al pari di Genesi, La mano dell’uomo, In cammino e Ritratti di bambini in cammino, è un importantissimo documento di storia moderna e una straordinaria opera fotografica. Contrasto ha recentemente pubblicato l’autobiografia del fotografo, Dalla mia Terra alla Terra e gli altri libri Profumo di sogno. Viaggio nel mondo del caffèe Altre Americhe.

 

Un cavallo che apparteneva alla scuderia reale cerca erba in un bosco che prima era la sua casa. Kuwait, 1991. © Sebastião Salgado /Amazonas Images/Contrasto
Un cavallo che apparteneva alla scuderia reale cerca erba in un bosco che prima era la sua casa. Kuwait, 1991. © Sebastião Salgado /Amazonas Images/Contrasto

 

 

Kuwait. Un deserto in fiamme

Dove: Forma Meravigli, via Meravigli 5/7, Milano

Quando: dal 20 ottobre 2017 al 28 gennaio 2018

Orari: tutti i giorni dalle 11.00 alle 20.00 Giovedì dalle 12.00 alle 22.00 Lunedì e martedì chiuso

Ingresso: 8 euro intero; ridotto 6 euro

#SalgadoMilano