Le foto degli archivi Cameraphoto in mostra a Venezia

Le foto degli archivi Cameraphoto in mostra a Venezia
Code alle cabine telefoniche, Mestre 1973

VENEZIA. Fino al 31 gennaio al Candiani sarà ospitata la mostra “L’arte della Cronaca 1946 – 1982” con scatti vintage dell’agenzia fotogiornalistica Cameraphoto
Archivio Cameraphoto Epoche Venezia.

 

 

Il Circo 1954 sc. 358 ©
Il Circo 1954 sc. 358 ©

 

 

In mostra 7 lustri di vita veneziana, dal dopoguerra ai primi anni Ottanta, raccontati nella “verità” della fotografia. Come riporta Leopoldo Pietragnoli, “l’antologia proposta al Candiani spazia con tocco leggero e profondo insieme dalle miserabili condizioni dei pianiterra abitati ai fasti del ballo del secolo di Carlos de Beistegui a palazzo Labia, dal delitto di Ca’ Dario all’incendio della petroliera Luisa nel canale della Giudecca, dagli scioperi a Porto Marghera alla realizzazione dell’aeroporto di Tessera, dai lavori sul cavalcaferrovia all’arrivo dei profughi vietnamiti, dal recupero del sommergibile Medusa all’ambulanza in barca a remi, dal nascente Villaggio San Marco alle classi elementari rigorosamente monosex, in un caleidoscopico transitare dalla cronaca nera a quella rosa, dai grandi personaggi alla gente comune, dalla città d’acqua a quella di terraferma, dagli anni postbellici a quelli del boom, cui gli scarni accenni delle righe precedenti vogliono essere soltanto un modesto trailer, tanto per restare in tema di immagini.  Altri e altrove diranno dei fotografi che hanno operato nella lunga e complessa storia di quella che Dino Jarach fondò come Interfoto all’indomani della guerra, divenuta poi Cameraphoto e infine traghettata da Celio Scapin verso la riproduzione artistica, ma sempre attenta al fotogiornalismo. Nell’archivio curato da Vittorio Pavan, trecentomila negativi della gloriosa Rolleiflex attendono di raccontare di nuovo la storia di una città, della quale oggi offrono una affascinante carrellata”.

 

 

L’AGENZIA INTERFOTO. La fondazione dell’agenzia di fotogiornalismo Interfoto (Cameraphoto dal 1958) si deve a Dino Jarach (1914-2000), fotografo veneziano che fin da giovane riesce a dare visibilità alla propria attività artistica – nell’agosto del 1934 è sua l’immagine di copertina della rivista culturale del GUF di Venezia, Il Ventuno. Alla fine degli anni Trenta, in conseguenza delle leggi razziali, il suo nome scompare dai giornali, mentre a partire dal 1944 iniziano a circolare sue fotografie recanti la firma Interfoto. Poco tempo dopo, il nome inizialmente usato come pseudonimo viene scelto da Jarach per la sua agenzia di fotogiornalismo, che viene legalmente riconosciuta dalla Camera di Commercio di Venezia nel 1946. In questo primo dopoguerra l’agenzia si specializza nei reportage d’attualità e di cronaca, soprattutto per la Mostra del Cinema e la Biennale d’Arte; tra i fotografi dell’Interfoto di questi anni ci sono Lorenzo (Renzo) Morucchio, che poi passerà all’agenzia AFI (Agenzia Fotografica Industriale) de Il Gazzettino, e il giovane Claudio Gallo. Nel 1956 Jarach si trasferisce a Milano, portando con sé il marchio Interfoto, mentre l’agenzia da lui fondata passa nelle mani di Giselda Paulon, figlia di Flavia Paulon, storica funzionaria della Mostra del Cinema e moglie del pittore Albino Lucatello, che ne cambia la denominazione in Camerafoto. Nel 1958 viene assunto come assistente Duilio Stigher, che rimarrà nell’agenzia fino al 1976, quando si trasferirà alla RAI come giornalista e cineoperatore. Nello stesso 1958 Giselda Paulon vende l’agenzia a Mirko Busatto che ne cambia definitivamente l’intestazione in Cameraphoto (all’inglese). Quest’ultimo è un appassionato di fotografia ma non un fotografo, quindi chiede a Walter Stefani (de Il Gazzettino) e a Celio Scapin di diventare suoi soci: a loro, che assieme a Claudio Gallo e Duilio Stigher faranno la fortuna della ditta, lascia l’agenzia nel 1963. Grazie all’attività di questi fotografi già affermati l’agenzia ha la possibilità di associarsi come corrispondente della Associated Press, vantando collaborazioni con riviste e quotidiani di alta tiratura, come il Corriere della Sera e Life. A partire dal 1978 Cameraphoto cambia decisamente rotta, passando dal fotogiornalismo d’assalto alla riproduzione d’arte e alla documentazione di restauri artistici, con Celio Scapin come titolare unico e i fotografi Vittorio Pavan (entrato come apprendista all’età di 14 anni) e Piero Codato. Nel 1987 si chiude la storia dell’Agenzia e inizia quella dell’Archivio curato da Vittorio Pavan, oggi in mostra al Centro Culturale Candiani.

Vittorio Pajusco

 

dal 20 novembre 2015 al 31 gennaio 2016
a cura di Elisabetta Da Lio e Vittorio Pavan
orario: dal mercoledì alla domenica 16.00 – 20.00
sala espositiva secondo piano
ingresso libero