Brescia Photo Festival 2023: le mostre da vedere

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Fino al 27 agosto, Brescia accoglie la VI edizione del Brescia Photo Festival. Il festival è promosso da Comune di Brescia e Fondazione Brescia Musei, in collaborazione con il Ma.Co.f – Centro della Fotografia Italiana, con la curatela artistica di Renato Corsini.

Nell’anno di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023, il festival ruota attorno al tema Capitale e alla cultura come cura.

Ansel Adams, Mt. Goode From North, 1958, Courtesy Fondazione di Modena – FMAV Fondazione Modena Visive © The Ansel Adams Publishing Rights Trust
Ansel Adams, Mt. Goode From North, 1958, Courtesy Fondazione di Modena – FMAV Fondazione Modena Visive © The Ansel Adams Publishing Rights Trust

Le mostre del Brescia Photo Festival 2023

1. Luce della Montagna

Il fulcro del Brescia Photo Festival sarà il Museo di Santa Giulia con una delle più importanti esposizioni mai realizzate sul mondo delle vette, dal titolo Luce della Montagna.

La mostra, a cura di Filippo Maggia, analizza l’universo iconografico della montagna attraverso le opere di quattro maestri della fotografia: Vittorio Sella, Martin Chambi, Ansel Adams, Axel Hütte.

2. David LaChapelle

Contestualmente al Brescia Photo Festival, la Pinacoteca Tosio Martinengo a Brescia ospita, fino al 12 novembre, la mostra David LaChapelle per Giacomo Ceruti. Nomad in a Beautiful Land. L’esposizione, curata da Denis Curti, presenta un’opera inedita eseguita dal celebre artista americano per Brescia e ispirata alla produzione pauperistica di Giacomo Ceruti.

Il museo che conserva il più alto numero di opere di Ceruti al mondo accoglie questo scatto, accanto alla serie Jesus is my homeboy (2003), per narrare, attraverso un linguaggio nuovo e contemporaneo, le sale solitamente dedicate al pittore degli ultimi e s’insinua tra le fitte pieghe del presente, per fornirne un’interpretazione attenta e consapevole della marginalità.

3. Gianni Berengo Gardin

La mostra Cose mai viste. Fotografie inedite di Gianni Berengo Gardin al Mo.Ca. – Centro delle nuove Culture è nata da un’idea del fotografo. Curata da Renato Corsini, con la ricerca iconografica di Susanna Berengo Gardin, presenta per la prima volta 120 fotografie in bianco e nero inedite e mai pubblicate. Immagini stampate per l’occasione in camera oscura e su carta ai sali d’argento, che propongono la rilettura del suo straordinario percorso, dagli anni ‘50 del secolo scorso fino a oggi, arricchendo il monumentale repertorio iconografico del Maestro con delle preziose novità.

4. Natura Fragile

Ancora, al il Ma.Co.f – Centro della fotografia italiana ospita la mostra Natura fragile, curata da Renato Corsini. Esposte 100 fotografie degli autori tra i più importanti della cronaca e del reportage italiani che descrivono la fragilità della natura che si manifesta in tutta la sua drammaticità, ovvero quando terremoti, alluvioni, mareggiate e fenomeni estremi, uniti all’imperizia dell’uomo, diventano tragedia.

Nicola Sansone, America, 1958
Nicola Sansone, America, 1958

Le monografiche da vedere al Brescia Photo Festival

Il Brescia Photo Festival 2023 propone anche una serie di monografiche, allestite al Ma.Co.f – Centro della fotografia italiana. Una dedica ai maestri italiani col fine di collezionare un repertorio della fotografia italiana del Novecento.

1.L’archivio ritrovato di Sansone

L’archivio ritrovato, curata da Renato Corsini, indaga la ricerca di Nicola Sansone. Il fotografo napoletano fa parte di quella “schiera romana” di reporter che a partire dagli anni ’50 ha segnato una stagione di grande fermento culturale nell’ambito del fotogiornalismo italiano.

Il suo archivio, torna alla luce nel 2020, quando Renato Corsini ne viene a contatto organizzandolo e interpretandolo per proporre, attraverso la realizzazione della mostra e la pubblicazione del relativo catalogo, la completezza insieme al valore artistico e storico del suo lavoro.

2.Istanti di storia di Maurizio Galimberti

La seconda monografica, Istanti di storia, è curata da Francesca Guerisoli e Denis Curti. Presenta il ciclo completo di opere di Maurizio Galimberti che si ispira alla storia del Novecento e ai suoi protagonisti.

L’artista rilegge la memoria collettiva attraverso 60 lavori di grande formato, costituiti da assemblaggi di istantanee fotografiche che ripropongono alcune delle immagini più iconiche degli ultimi decenni.

3. I percorsi della fotografia

Infine, I percorsi della fotografia celebra Federico Garolla. Un maestro di un modo di interpretare la fotografia che, a cavallo degli anni settanta e ottanta, ha indicato la strada da seguire a tanti colleghi, la cui figura costituisce un ulteriore tassello alla narrazione di quegli autori che sono stati gli indiscussi protagonisti della storia della fotografia italiana del secondo Novecento.

L’esposizione propone fotografie in grande formato e “vintage” d’autore in grado di ripercorrere le tappe di una carriera che spazia dalla moda all’indagine sociale. Testimone preciso e attento di quello che si può definire, anche in fotografia, “periodo neorealista”, Federico Garolla si è anche espresso come ritrattista immortalando politici, registi, attori e scrittori rendendo la loro immagine una vera icona del tempo.

Giuseppe Palmas, Alluvione Polesine, 1951
Giuseppe Palmas, Alluvione Polesine, 1951

Le altre mostre in provincia di Brescia

Il Brescia Photo Festival 2023 prosegue in alcune realtà della provincia bresciana.

La mostra a Provaglio d’Iseo, all’interno del complesso monastico di San Pietro in Lamosa, celebra Franco Bettini. La rassegna approfondisce una delle tante tematiche che l’autore ha affrontato nei suoi percorsi creativi e che rende il suo archivio oggetto di continue scoperte.

Rifacendosi ai classici della storia dell’arte, e in particolare al lavoro pittorico di Giorgio Morandi, Bettini elabora una sua ridefinizione delle nature morte, prendendone fotograficamente spunto in un gioco di partiture nelle quali il colore bianco gioca il ruolo del protagonista.

Marone rende omaggio a Lorenzo Antonio Predali che ben rappresenta la storia della fotografia italiana a cavallo tra la prima e seconda parte del Novecento.

Da un’idea progettuale di Renato Corsini, il Comune di Marone provvederà alla installazione di grandi pannelli realizzati con strutture metalliche lungo il percorso che si affaccia sul lago e nel centro storico del paese.

A Concesio, la Collezione Paolo VI – arte contemporanea accoglierà il progetto espositivo Jamais plus la guerreImmagini dalla visita di Paolo VI all’ONU, 4 ottobre 1965. La mostra, a cura di Marisa Paderni, Elena Pala e Paolo Sacchini, è realizzata a partire dal raro materiale fotografico conservato negli archivi dell’Istituto Paolo VI di Concesio.

David LaChapelle, Jesus is My Homeboy: Last Supper, 2003 © David LaChapelle
David LaChapelle, Jesus is My Homeboy: Last Supper, 2003 © David LaChapelle

La mostra a Bergamo

Nell’anno di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023, il Brescia Photo Festival non poteva che ammiccare anche alla città orobica.

Bergamo e Brescia hanno individuato nella fascinazione delle alte vette una caratteristica e, insieme, un argomento d’indagine comune. Luce della Montagna passa così idealmente il testimone al Bergamo, dove l’Accademia Carrara ospiterà la mostra Vette di luce. Naoki Ishikawa sulle Alpi Orobie, curata da Filippo Maggia e Maria Cristina Rodeschini.

L’esposizione affronterà il tema della montagna da un punto di vista pittorico, attraverso una preziosa selezione di dipinti di autori ottocenteschi del territorio, quali Ermenegildo Agazzi, Costantino Rosa, Vittore Grubicy, Camillo Galizzi, conservati in Accademia Carrara o provenienti dall’ampia collezione del CAI Bergamo. Opere antiche che entreranno in dialogo con il racconto fotografico dell’artista contemporaneo ed esperto alpinista Naoki Ishikawa, che esplorerà le Orobie per documentare in forma esperienziale fotografica il paesaggio alpino del territorio bergamasco.

Passaggio del Corridoio UNESCO a sud del Teatro romano ©Archivio Fotografico Civici Musei di Brescia – Photo Tomás Quiroga
Passaggio del Corridoio UNESCO a sud del Teatro romano ©Archivio Fotografico Civici Musei di Brescia – Photo Tomás Quiroga

A spasso a Brescia, alla scoperta del Corridoio UNESCO

La visita alle mostre del festival bresciano è un’opportunità per scoprire il Corridoio UNESCO, una passeggiata monumentale nel sito patrimonio dell’umanità che unisce i due siti di Brixia: il parco archeologico di Brescia Romana e il Museo di Santa Giulia.

Una passeggiata lunga 2500 anni di storia, capace di garantire, per la prima volta in assoluto, a tutti i visitatori, di rimanere immersi, visivamente e fisicamente, nelle architetture monumentali storiche, dall’età romana, per poi viaggiare nell’alto medioevo e nel rinascimento, senza soluzione di continuità e senza alcuna interferenza tra la città attuale e l’aura di questi antichi luoghi.

Il percorso pedonale, di quasi un chilometro, è stato progettato da Camillo Botticini e Matteo Facchinelli (Botticini + Facchinelli ARW Srl Stp). L’accesso è libero e gratuito e seguirà una sequenza che consente di toccare, da ovest verso est (area Capitolium), l’area dei templi, il teatro, un vicolo medievale, (area Santa Giulia) il chiostro meridionale di San Salvatore, il chiostro di Santa Maria in Solario, sino al Viridarium delle domus romane con le installazioni di arte contemporanea. Inoltre, il corridoio garantisce inoltre un accesso privilegiato all’auditorium di Santa Giulia, sede di numerosi eventi culturali pubblici.

Per info: bresciamusei.com

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