Nuova mostra fotografica nelle sale di Forma Meravigli a Milano che si apre alla mostra Resilient di Marco Gualazzini.

L’esposizione, a cura di Alessandra Mauro, raccoglie per la prima volta in una mostra, circa quaranta fotografie che raccontano i reportage realizzati da Marco Gualazzini in Africa dal 2009 al 2018.

Marco Gualazzini mostra milano
Somalia, Bosaso, 2015. La scuola primaria Haji Mire ha nove classi e i bambini studiano inglese, arabo, matematica, fisica e il Corano. Bosaso, città costiera di 700.000 abitanti, è il principale porto della Somalia ed è la capitale del Puntland, macro-regione settentrionale che gode di una relativa stabilità politica e militare. © Marco Gualazzini / Contrasto

La resilienza è la capacità di un sistema di adattarsi al cambiamento.

Marco Gualazzini nel suo lavoro cerca di testimoniare in che modo il continente africano reagisca ai problemi e alle crisi che lo flagellano con una capacità di resilienza straordinaria e insieme drammatica.

Marco Gualazzini mostra milano
Somalia, Mogadiscio, 2015. Un uomo trasporta uno squalo martello per le strade di Mogadiscio. Le acque del paese sono state sfruttate dalla pesca illegale e le infrastrutture economiche, che un tempo fornivano posti di lavoro, sono state devastate. © Marco Gualazzini / Contrasto

Le storie dell’Africa non raccontate

Le immagini in mostra sono il frutto di un lungo lavoro di quasi dieci anni che hanno portato l’autore ad esplorare l’Africa alla ricerca di storie e vicende inedite.

Storie che nessuno vorrebbe sentire.

È il caso delle sue immagini del Congo, paese piegato dalle credenze popolari e dal rapporto tra religione e stregoneria, dove chi soffre di malattie mentali viene tuttora considerato un indemoniato e lo stupro è usato come arma di guerra (ogni anno vengono stuprate 15.000 donne) o il Mali tormentato dalla guerra e dalle infiltrazioni islamiste nell’Africa subsahariana.

Ciad, Bol, 2018. Bambini orfani, prevalentemente rifugiati nigeriani, vivono in gruppo all’interno delle scuole coraniche; durante il giorno mendicano per le strade e sono chiamati Almajiri. Questi bambini vivono nel bacino del lago Ciad e crescono in una costante situazione di guerra; la loro unica realtà è costituita dalle armi e dai morti che disegnano sui muri della città. Almajiri deriva dall’arabo “Al-Muhajirun” e può essere tradotto con “una persona che lascia la propria casa, alla ricerca della conoscenza islamica”.

Nei suoi reportage Gualazzini documenta le condizioni del Sudan del Sud e della Somalia, uno tra i paesi più pericolosi e meno accessibili per stranieri e giornalisti.

Durante il suo ultimo viaggio, nel 2018, il fotografo ha testimoniato la grave crisi umanitaria in corso lungo il bacino del lago Ciad, dovuta alla desertificazione come conseguenza del cambiamento climatico.

Ciad, Dar Es-Salam, 2018. Con il calare della notte, gruppi di pastori nomadi si accampano alle porte del villaggio di Dar Es-Salam, dopo avere passato la giornata a vendere i bovini al mercato del villaggio.


Le immagini, di grande forza compositiva e impatto giornalistico, compongono un racconto fotografico straordinario e importante e ci regalano uno sguardo ravvicinato, partecipe e attento, sulla nostra realtà.

Resilient di Marco Gualazzini
DoveForma Meravigli, via Meravigli 5, Milano
Quandofino al 24 marzo 2019
OrariDa mercoledì a domenica dalle 11.00 alle 20.00. Lunedì e martedì chiuso
Infowww.formafoto.it