CORTONA. Indubbiamente una delle sedi espositive più belle dell’edizione 2015 del festival fotografico di Cortona On The Move. E’ ancora la Fortezza Girifalco, a nostro avviso, ad un aggiudicarsi il primo posto delle mostre più belle del festival fotografico di Cortona.

Qui una serie di progetti notevoli che, avvolti nelle sale della fortezza, amplificano la loro potenza comunicativa. Qualche esempio? Partiamo dai bianco-neri di James Delano che a Cortona ha portato un progetto dedicato al Giappone, alla sua visione del popolo giapponese, con una parentesi dedicata al post tsunami. Si tratta in entrambi i casi di reportage in bianco e nero che catturano l’attenzione e cercano di far riflettere chi guarda, al di là delle didascalie.

 

 

 

 

Il percorso poi prosegue all’esterno della Fortezza, verso un’altra ala espositiva, più moderna, che ha portato a a Cortona Phillip Toledano e il suo “Maybe”. E’ un progetto che ha attirato moltissimo l’attenzione e calamitato su di sé gli sguardi di mille curiosi che hanno voluto approfondire il percorso di Toledano per arrivare al progetto esposto. In pratica si tratta di una riflessione fotografica sul futuro, sulle probabilità del destino, che ha visto Toledano rapportarsi con l’ignoto con i tanti ‘e se’ della vita. Un progetto che a tratti può essere ironico e a tratti sconvolgente che invita a pensare sul gioco realtà-finzione ma che, se analizzato nel suo significato più profondo, lascia in bocca una grande amarezza.

 

 

 

 

Ancora, esposti alla Fortezza il bel progetto di Carla Kogelman “Ich bin Waldviertel – Io sono Waldviertel” che ritrae la quotidianità di Hannah e Alena, due bambine di 7 e 9 anni di Merkenbrechts, villaggio austriaco di soli 170 abitanti nella regione di Waldviertel, al confine con la Repubblica Ceca. Il progetto ha vinto, lo scorso anno, il premio HAPPINESS ON THE MOVE e di diritto è stato esposto al festival. A colpire la delicatezza con cui la Kogelman utilizza l’obiettivo e rende così naturale e spontanea l’azione – già di per sé spontanea – delle  due ragazzine.

 

 

 

 

 

Sullo stesso piano anche “Dreaming Leone” di Alvaro Deprit e Michela Palermo, progetto sul deserto di Tabernas, nei pressi di Almeria, nel Sud della Spagna, che diventò la Hollywood dei western. Con i suoi paesaggi, i set cinematografici e i costi relativamente bassi, il deserto fu un punto di riferimento per la produzione di molti “spaghetti western”. Un luogo in cui i registi hanno smesso di girare film, negli anni Novanta, principalmente perché i costi non erano più accessibili. I set si sono allora trasformati in fiere oppure sono stati abbandonati, e la gente che viveva e lavorava nel circuito cinematografico, come controfigure e comparse, ha iniziato a organizzare spettacoli western per attrarre i turisti. L’allestimento della mostra a Cortona è ricercato, sembra di entrare in un vecchio saloon ed assistere ad una scena di un film.

 

 

 

 

E poi si arriva in cima alla fortezza con un progetto dedicato al Mediterraneo. Si tratta di 6th Continent di Mattia Insolera, un viaggio in barca a vela e in moto, sulla cultura mediterranea per cercare di catturare la vera essenza di questi luoghi. L’allestimento gioca a grande vantaggio. I drappi dipinti, con la mappa, le frasi e le citazioni raccontano un viaggio. O meglio lo narrano. Creano un collante tra immagini e pensieri che completano e fanno entrare nel viaggio intenso compiuto da Insolera.