Bianca neve, metafora del silenzio. Gli scatti di Mario Daniele a Torino

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TORINO. Fino al 31 ottobre, la Galleria Riccardo Costantini Contemporary (via della Rocca 6/b) ospita la mostra personale di Mario Daniele dal titolo ‘Bianca neve, metafora del silenzio’. In mostra una ventina di opere fotografiche (2010-2014) tratte dalla ricerca sul paesaggio invernale di Mario Daniele, insieme ad una serie di ritratti. Ritratti e paesaggi di trascendenza eterea, tanto da evocare delicati e morbidi disegni a matita. Immagini di elegante minimalismo, dove il bianco della neve lascia trasparire l’essenza delle forme.

 

ph Mario Daniele
ph Mario Daniele

 

“Paesaggi innevati avvolti in una luce soffusa, morbida, ovattata, dove le presenze degli alberi e le geometrie dei filari delle viti non si stagliano, ma affiorano e sfumano, compaiono lievi e intense nella nebbia, tra le brume, nel biancore della neve. Immagini sospese in un tempo senza tempo,  quasi fiabesche, delicate come un  disegno a matita  su un foglio bianco con pochi tratti leggeri che non vogliono imporsi, ma suggerire l’incanto della terra e del non-svelato.
 Immagini quasi evanescenti, evocative e mai puramente descrittive,  che si nutrono di quel vuoto e quel  silenzio nei quali è possibile far emergere la voce della terra senza dissiparne il segreto, senza tradirne il linguaggio.
 Mario Daniele ci offre i suoi paesaggi poetici e affabili, come un dono nato da uno  sguardo amorevole e paziente che sa  farsi accoglimento e ascolto, che si trasforma in un’esperienza  affettiva, mentale ed emotiva, di fronte alla natura. Un  dono capace di allontanare il rumore del mondo e l’ansia del tempo che incalza, per farci di nuovo udire la voce silenziosa della terra, per salvarla dall’oblio in cui sempre più la releghiamo. Simili a metafore del silenzio, le sue immagini ci invitano a un tacere rasserenante, a pensieri fluttuanti simili ai sogni ad occhi aperti, a fantasticherie dolci e profonde.
 Un invito che pare raccolto e rilanciato  dai minuscoli ritratti che, come lievi contrappunti, accompagnano le immagini dei suoi paesaggi innevati. A loro volta evanescenti e leggeri, questi ritratti di volti spesso celati suggeriscono sguardi amorevoli,  protesi verso un altrove o verso un’interiorità pensosa e serena.  Come guide gentili, tali immagini di visi nascosti e sguardi sospesi ci invitano a un possibile percorso verso il silenzio quale spazio dell’ascolto di sé e dell’incontro con un paesaggio che non è più inerte davanti a noi, ma ci ri-guarda e  ci attraversa.”

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