Da Basilico a Jodice. Cantiere permanente mostra le collezioni fotografiche modenesi

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Solo per i tre giorni del festivalfilosofia, dal 13 al 15 settembre, rimarrà aperta la mostra Cantiere permanente. La messa in scena del sé. Dalle collezioni FMAV, curata da Chiara Dall’Olio e Daniele De Luigi.

L’esposizione è allestita nella Sala Grande di Palazzo Santa Margherita (Corso Canalgrande 103).

Tratta di un’attenta opera di valorizzazione delle raccolte di fotografia, grafica e disegno del Comune di Modena – Galleria Civica, e delle collezioni di fotografia e video di Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, oggi gestite da Fondazione Modena Arti Visive.

cantiere permanente mostra modena
Anders Petersen, Lilly and the Rose-cavalier, Dalla serie “Café Lehmitz”, 1967-1970, Stampa ai sali d’argento, 39,8×30,1 cm © Anders Petersen – Courtesy Comune di Modena, Fondo Franco Fontana – Galleria Civica di Modena, Fondazione Modena Arti Visive

La mostra raccoglie opere, tra fotografie, disegni, video, dalla prima metà del Novecento a oggi, di circa settanta autori.

Tra questi: Eugène Atget, Richard Avedon, Gabriele Basilico, Jonny Briggs, Roberto Cuoghi, Lucio Fontana.

E poi: Samuel Fosso, Mimmo Jodice, Vettor Pisani, Enrico Prampolini, Thomas Ruff, Milica Tomic, Edward Weston.

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Gabriele Basilico, Dancing in Emilia, 1978, Stampa ai sali d’argento, 18,4×27,7 cm © Gabriele Basilico – Courtesy Comune di Modena, Raccolta della fotografia – Galleria Civica di Modena, Fondazione Modena Arti Visive

Cantiere permanente: focus sulla persona

L’edizione 2019 del festivalfilosofia offre l’occasione per articolare un’esposizione attorno al tema Persona.

In quest’ottica la mostra raccoglie una selezione di fotografie, video e opere su carta che riecheggiano alcuni dei numerosi spunti di riflessione.

La soggettività e la messa in scena del sé, che transita dal ritratto del volto alla maschera, passando per il linguaggio del corpo; il rapporto tra il singolo e la massa; la ricerca dell’identità e il confronto con la coesistenza nell’individuo di personalità doppie o multiple; la relazione con l’altro da sé come fonte di conoscenza.

Tanto l’immagine video-fotografica che il disegno sono strumento talvolta di avvicinamento a una chiara definizione del reale, in altri casi di allontanamento da esso per esplorarne le contraddizioni. 

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Rinaldo Prieri, Doppia bellezza, 1983, Stampa ai sali d’argento, 28,4×20 cm – Courtesy Comune di Modena, Fondo Franco Fontana – Galleria Civica di Modena, Fondazione Modena Arti Visive

Come sottolineano i curatori: “Nella figura stessa dell’artista, che da secoli viene identificata con il mito moderno del genio individuale, si tende oggi a vedere con più attenzione l’influenza dei processi collettivi e delle relazioni interpersonali, grazie agli studi delle scienze sociali e delle neuroscienze.

Questo aspetto non manca di trovare un riflesso nelle opere in mostra e nella voluta incompiutezza dell’allestimento. Le collezioni come “opera aperta”, dunque: un “cantiere permanente” in cui le collezioni dovranno perennemente essere reinventate mediante format da sperimentare, moltiplicandone i significati e rinnovandone il valore”. 

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Vivan Sundaram, Amrita in Orientalist “Turban”, 2001, Dalla serie “Re-take of Amrita”, Stampa inkjet ai pigmenti, 38×49,3 cm © Vivan Sundaram – Courtesy SepiaEye e Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, Fondazione Modena Arti Visive

Cantiere permanente. La messa in scena del sé. Dalle collezioni FMAV

Palazzo Santa Margherita, Sala Grande (Corso Canalgrande 103, Modena)

Da venerdì 13 a domenica 15 settembre 2019

Ingresso libero.

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