World Press Photo. E’ di Pieter Ten Hoopen la storia dell’anno

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© Pieter Ten Hoopen, Agence Vu/Civilian Act The Migrant Caravan

Un premio anche per le storie che contano. Da quest’anno la World Press Photo Foundation ha aggiunto una categoria dedicato allo storytelling per premiare anche fotografie che fanno parte di una storia più ampia, da raccontare in più sequenze. E in un’epoca in cui lo storytelling è sempre più presente ecco che al WPP quest anno si vede per la prima volta l’ingresso di un nuovo importante premio: il World Press Photo Story of the Year. Tra i tutti i finalisti la giuria ha scelto il vincitore The Migrant Caravan di Pieter Ten Hoopen (Paesi Bassi / Svezia).

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Ancora una volta qust anno la giuria premia una storia di immigrazione. Questa sequenza di fotografie, in particolare, documenta la più grande carovana di migranti in viaggio da San Pedro Sula, in Honduras, verso gli Stati Uniti.

Un viaggio organizzato sui social tramite messaggi WhatsApp e Facebook che è cresciuto sempre di più, attirando l’attenzione dei media locali, arrivando presto a formare un lungo serpentone di viaggiatori. Si parla di 7.000 persone in viaggio, tra cui almeno 2.300 bambini, proveniente da Nicaragua, El Salvador e Guatemala. Tutti alla ricerca di un futuro migliore: chi per lavoro, chi in fuga da violenza e politiche oppressive.

Hanno detto

Volevo capire cosa vuol dire mettersi in viaggio verso una nuova vita, o comunque quella che vorrebbero diventasse la loro nuova vita. Volevo capire l’aspetto umani, i rapporti tra le persone” ha detto Pieter van Hoopen, vincitore World Press Photo Story of the Year.

Yumi Goto, curatore indipendente della fotografia e membro della giuria del concorso fotografico, ha aggiunto: “C’è un così alto senso di dignità in queste immagini. Questa storia mi parla di speranza, del suo significato più vero“.

Chi è Pieter Ten Hoopen

Pieter Ten Hoopen è membro di Agency VU a Parigi, nonché fondatore della società Civilian Act a Stoccolma, in Svezia. Pieter ha lavorato a seguito di guerre e crisi umanitarie dal 2004.